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L'Estintore e la sua evoluzione

L'estintore risale al 1816 (George William Manby), ma la cui diffusione è assai più recente, a partire dagli anni 30 del XX secolo.
In precedenza esistevano sistemi portatili, costituiti da pompe a mano in grado di inviare a distanza getti d'acqua.
Lo sviluppo di agenti estinguenti diversi e la realizzazione di serbatoi leggeri e resistenti a pressioni elevate, hanno permesso la realizzazione degli estintori come li conosciamo oggi.
Gli estintori rappresentano un elemento indispensabile per la sicurezza di qualsiasi edificio o veicolo a motore.
Un estintore perfettamente efficiente può risultare più utile di tutti i mezzi presenti in un Comando dei Vigili del Fuoco, se impiegato tempestivamente e correttamente su un principio d'incendio, entro i limiti della sua capacità estinguente e consente di contenere i danni materiali e tutelare l'incolumità delle persone.

Il primo estintore (portatile) di cui si ha notizia venne brevettato nel 1723 dal chimico Ambrose Godfrey.
Consisteva in una sorta di botte riempita di liquido estinguente con un contenitore in peltro riempito di polvere pirica.
Un sistema di accensione faceva esplodere la polvere, spargendo quindi la soluzione.

L'estintore "moderno" fu inventato dal capitano britannico George William Manby nel 1818;
era un serbatoio in rame da 3 galloni contenente una soluzione acquosa di carbonato di potassio, pressurizzato con aria compressa.

Il primo estintore "soda-acido" fu brevettato nel 1866 dal francese Francois Carlier; mescolando una soluzione acquosa di carbonato di sodio con acido tartarico, ottenendo schiuma e Anidride carbonica gassosa, utilizzata come propellente.

L'estintore a pressione ausiliaria venne inventato nel 1881 dalla ditta inglese Read & Campbell, usando acqua o soluzioni acquose. In seguito, gli stessi svilupparono il "Petrolex", per uso automobilistico.

L'estintore a schiuma chimica fu inventato nel 1904 da Aleksandr Loran in Russia, basandosi sulla sua precedente invenzione della schiuma antincendio. Loran lo usò per spegnere una vasca di nafta; pur assomigliando ai modelli soda-acido, la schiuma prodotta era di maggiore resistenza.
Il serbatoio principale conteneva una soluzione acquosa di carbonato di sodio mentre quello interno una di solfato di alluminio.
Mescolando le due soluzioni (di solito avveniva capovolgendo il serbatoio) i due liquidi reagivano formando una schiuma e anidride carbonica in fase gassosa, che espelleva la schiuma.
Successivamente si usarono additivi (come estratti di liquirizia) come stabilizzanti, ma la schiuma veniva formata unicamente dalla reazione dei componenti sopracitati.

Nel 1910, la Pyrene Manufacturing Company di Delaware depositò un brevetto per un sistema a Tetra (tetracloruro di carbonio - Halon 104).
Vaporizzando il liquido sulla fiamma la estingueva per soffocamento. Nel 1911, brevettarono un piccolo estintore portatile con lo stesso agente estinguente, costituito da un piccolo serbatoio in ottone con una pompa a mano per espellere il liquido verso il fuoco.
Le capacità erano di 1,1 litri o 0,6 litri ma erano anche disponibili fino a 9 litri.
Il contenitore non era pressurizzato, e quindi poteva essere facilmente ricaricato.[6]

Altro tipo di estintore a "tetra" fu la cosiddetta Fire grenade. Una sfera di vetro riempita con tetracloruro di carbonio, da lanciare alla base della fiamma (le prime usavano soluzioni saline, ma il "tetra" si dimostrò più efficace).
Il "tetra" era adatto a fuochi di impianti elettrici e di liquidi infiammabili. Gli estintori a tetracloruro di carbonio vennero ritirati negli anni '50 a causa della tossicità, l'esposizione ad alte concentrazioni danneggia il sistema nervoso e gli organi interni;
inoltre, esposta ad alte temperature può convertirsi nel gas tossico fosgene.

Negli anni '40, in Germania fu inventato il liquido Halon 1011 (bromoclorometano - bromometano - bromuro di metile) per l'uso negli aerei.
Più efficace del tetracloruro di carbonio, venne usato fino al 1969. Il bromuro di metile fu riconosciuto come agente estinguente negli anni '20 e fu usato soprattutto in Europa; altamente tossico, fu messo al bando definitivamente negli anni '60.

L'estintore a biossido di carbonio (CO2 - anidride carbonica) fu introdotto da Walter Kidde Company nel 1924 su richiesta di Bell Telephone per un fluido non conduttivo utilizzabile su incendi nelle centrali telefoniche.
Consisteva in una bombola contenente 7.5 libbre di CO2 con valvola a vite e manichetta in tela di ottone isolata con cotone, terminante con una sorta di ugello ad imbuto.

Nel 1928, DuGas (in seguito acquisita dalla Ansul) presentò un estintore a polvere a “pressione ausiliaria” caricato a bicarbonato di sodio, con speciali additivi per renderlo scorrevole e resistente all'umidità.
Consisteva in un cilindro in rame con una cartuccia interna caricata con anidride carbonica. L'operatore doveva ruotare una valvola sopra l'estintore per perforare la cartuccia e quindi azionare una leva all'estremità della manichetta per rilasciare la polvere chimica.
Questo fu il primo estintore adatto a fuochi di liquidi o gas di generosa estensione, ma rimase di uso limitato fino agli anni '50, quando entrarono sul mercato estintori per uso casalingo.
Sempre negli anni '50 fu sviluppata la polvere ABC, la Super-K nei primi anni '60 e la Purple-K fu sviluppata dalla Marina Militare americana nei tardi anni '60.

Sempre negli anni '50 fu sviluppato l'Halon 1211 (BCF), mentre l'Halon 1301 (BTM) venne sintetizzato da DuPont de Nemours per l'esercito americano nel 1954.

Il Fluobrene (Halon 2402) è un'invenzione italiana, prodotto per la prima volta nel 1969 presso gli stabilimenti Montecatini di Porto Marghera.
Il Fluobrene venne sperimentato nei circuiti automobilistici di Monza ed Hockenheim, aggiudicandosi il soprannome di "ammazzafuoco" per la sua straordinaria capacità estinguente.
Nello stesso autodromo di Monza, l'uso del Fluobrene risultò rilevante nel tragico incidente del 1978, dove la Squadra Corse della CEA estintori intervenne con mezzi e tecniche all'avanguardia, salvando la vita di numerosi piloti.

Fonte. Wikipedia